Dopo avere trattato PIR e Minibond oggi descriviamo una terza iniziativa per stimolare forme di finanziamento alternative per le PMI: le SPAC.
In un contesto italiano caratterizzato da società di piccole-medie dimensioni che sono però leader settoriali e che per competere col resto del mondo hanno bisogno di finanziarsi, le SPAC posso essere una soluzione alternativa al credito bancario o ai fondi di private equity. Permettono infatti l’accesso al mercato dei capitali con tempi e costi di quotazione contenuti rispetto alle forme tradizionali di accesso alla borsa.
Si tratta di uno strumento di investimento relativamente nuovo nato negli Stati Uniti negli anni 90, che è stato reso accessibile in Italia ad investitori istituzionali e a privati qualificati solo dal Giugno 2011.
La SPAC (Special Purpose Acquisition Company) è un acceleratore di IPO che prevede che una società veicolo quotandosi, raccolga i capitali destinati a comprare una PMI. Una volta completata tale acquisizione la PMI viene fusa (business combination) con la società veicolo e tale soggetto si troverà quotato in borsa italiana. In questo processo gli investitori beneficeranno di alcune garanzie, coperture e poteri decisionali aggiuntivi rispetto sia ad operazioni IPOs che a quelle Private Equities.
A tutela degli investitori al momento dell’accesso ai mercati regolamentati la SPAC deve fornire agli investitori un’informativa che dettagli l’aggregazione che vuole porre in essere descrivendo quindi: area geografica di interesse, settore industriale, caratteristiche del target, ...
In cambio del versamento di capitale l’investitore ottiene la propria quota di UNITs: azione ordinarie più certo numero di warrants già quotati e negoziabili. Tali warrants sono tecnicamente chiamati “In The Money” cioè il prezzo fisso di acquisito al quale si ha diritto di ottenere ulteriori azioni è al di sotto del prezzo iniziale delle azioni stesse. Questi warrants saranno ovviamente valide ed esercitabili solo dopo l'acquisizione del Target, quando le UNITS della SPAC saranno tramutate azioni e warrants della società Target stessa.
Possiamo individuare 3 momenti essenziali del processo:
Fonte: http://www.indstars.it/
In caso non si perfezioni l’operazione di business combination o di liquidazione della SPAC entro 24 mesi, si procederà con la liquidazione dell’attivo e la restituzione agli azionisti di quanto investito e custodito sul conto vincolato. A tutela degli investitori, la quasi totalità di quanto raccolto con l’IPO è custodito presso un conto fruttifero dedicato (escrow account).
Fonte: www.aim-italia.it
Limiti della SPAC sono invece:
Lo strumento descritto è relativamente giovane e sono circa una decina le SPAC sbarcate sul mercato italiano; hanno portato a circa 2 miliardi di capitalizzazione di mercato e quasi tutte le iniziative hanno avuto successo.
Quella appena descritta è una modalità di stimolare forme alternative di finanziamento interessante e che, pur dedicata a PMI con certe dimensioni e caratteristiche, è da valutare laddove si cerchino forme di finanziamento da affiancare a quelle attuali.
Dario De Benedetti
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