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Family buyout: gestire al meglio il passaggio generazionale in azienda

15 Giugno 2018

Il family buy-out può consentire, a uno o più familiari, di acquisire le azioni/quote dei parenti che intendono uscire dalla compagine sociale attraverso la “monetizzazione” del loro investimento.

Il “family buy-out” è una variante del più noto leveraged buy-out, tecnica che si fonda sull’utilizzo dell’indebitamento per l’acquisizione di un’impresa. Si tratta di una tecnica nata nel mondo finanziario anglosassone (principalmente negli U.S.A.) e sviluppatasi in Italia a partire dagli anni ’80.

Passaggio generazionale in azienda: una sfida per le PMI

La struttura industriale del nostro paese, come noto, presenta un numero rilevante d’imprese a conduzione familiare, circa il 95 % del totale. Ma, al contrario di quanto si può immaginare, il dato, sicuramente elevato, non differisce in modo significativo da quello riscontrato nel resto del mondo: anche economie molto più grandi (e per certi aspetti più sviluppate) come quella americana si attestano attorno al 90%.

E allora perché sopravvive alla terza generazione solo una piccola percentuale di imprese, tra il 5 e il 15%?

Le ragioni sono molteplici: ma una di queste è, sicuramente, la gestione non ottimale del cosiddetto “passaggio generazionale”.

Family buyout: una tecnica di passaggio generazionale in azienda

Il “family buyout” può consentire a uno o più familiari di acquisire le azioni/quote dei parenti che intendono uscire dalla compagine sociale “monetizzando” il proprio investimento.

In estrema sintesi ecco i passaggi per ottenere il risultato:

  • Si comincia costituendo una società-veicolo (la cosiddetta SPV – Special Purpose Vehicle), capitalizzata con mezzi propri e finanziamenti bancari;
  • Si procede, attraverso questa, all’acquisto delle azioni/quote della società target;
  • Successivamente all’acquisizione, si prosegue con la fusione per incorporazione della società target nella società-veicolo. I finanziamenti bancari ottenuti sono poi rimborsati dalla società risultante dalla fusione con il cashflow generato dal business dell’originaria società-target.

Ma dove trovo le risorse per un family buyout?

L’operazione può essere finanziata da una banca, che richiede un’approfondita due diligence sulla società-target e struttura il finanziamento sulla base di termini e condizioni tipiche delle acquisizioni “a leva”. La scadenza del finanziamento è compresa generalmente tra i 5 e i 7 anni. Due parametri chiave da valutare per gli istituti di credito sono:

  • La capacità di sostenere, su base annuale, gli interessi dei finanziamenti (ISCR – Interest Service Cover Ratio);
  • La capacità di ripagare, sempre annualmente, la componente interessi e la tranche del finanziamento prevista (DSCR – Debt Service Cover Ratio).

Family buyout: il ruolo dei fondi di private equity

In alcuni casi, la componente di mezzi propri per la capitalizzazione dell’SPV può essere fornita, in parte, da investitori finanziari (in genere fondi di private equity).

Questo tipo d’intervento consente non solo la raccolta di risorse, ma anche una ridefinizione della compagine sociale, con l’ingresso di nuovi azionisti.

È chiaro che il coinvolgimento d’investitori finanziari comporta una serie di conseguenze a livello di gestione.Ci sarà maggiore attenzione verso temi come

  • Corporate governance;
  • “Monetizzazione” dell’investimento dell’investitore finanziario, avendo quest’ultimo un orizzonte temporale ben definito;
  • Struttura manageriale dell’azienda.

Quanto tempo ci vuole per un family buyout?

L’ implementazione di un family-buyout richiede mediamente 6/8 mesi, necessari per:

  • Effettuare la due diligence;
  • Negoziare con la banca e, eventualmente, l’investitore finanziario;
  • Costituire la società-veicolo e produrre la documentazione necessaria (contratto di finanziamento, delibere dei consigli di amministrazione della società-veicolo e della società target, progetto di fusione, eventuali patti parasociali).

È necessario disporre un quadro informativo dettagliato e completo per banche ed eventuali investitori finanziari per consentire loro di valutare i rischi e la capacità dell’impresa di fare fronte alle obbligazioni assunte.

L’esperienza insegna che gli imprenditori che intendono realizzare operazioni di questa natura debbono essere supportati da una squadra di professionisti multidisciplinari, con profonda conoscenza delle tecnicalità: un’assistenza variegata in grado di affrontare le diverse problematiche che possono emergere nel corso dell’esecuzione della transazione.

Se vuoi approfondire la tematica del family con l’aiuto di un professionista in grado di consigliarti e seguirti in tutte le fasi, PMI Tutoring può aiutarti a valutare le opzioni e a interagire con banche e investitori. Non esitare a contattarci!

Il “family buy-out” è una variante del più noto leveraged buy-out, tecnica che si fonda sull’utilizzo dell’indebitamento per l’acquisizione di un’impresa. Si tratta di una tecnica nata nel mondo finanziario anglosassone (principalmente negli U.S.A.) e sviluppatasi in Italia a partire dagli anni ’80.

Passaggio generazionale in azienda: una sfida per le PMI

La struttura industriale del nostro paese, come noto, presenta un numero rilevante d’imprese a conduzione familiare, circa il 95 % del totale. Ma, al contrario di quanto si può immaginare, il dato, sicuramente elevato, non differisce in modo significativo da quello riscontrato nel resto del mondo: anche economie molto più grandi (e per certi aspetti più sviluppate) come quella americana si attestano attorno al 90%.

E allora perché sopravvive alla terza generazione solo una piccola percentuale di imprese, tra il 5 e il 15%?

Le ragioni sono molteplici: ma una di queste è, sicuramente, la gestione non ottimale del cosiddetto “passaggio generazionale”.

Family buyout: una tecnica di passaggio generazionale in azienda

Il “family buyout” può consentire a uno o più familiari di acquisire le azioni/quote dei parenti che intendono uscire dalla compagine sociale “monetizzando” il proprio investimento.

In estrema sintesi ecco i passaggi per ottenere il risultato:

  • Si comincia costituendo una società-veicolo (la cosiddetta SPV – Special Purpose Vehicle), capitalizzata con mezzi propri e finanziamenti bancari;
  • Si procede, attraverso questa, all’acquisto delle azioni/quote della società target;
  • Successivamente all’acquisizione, si prosegue con la fusione per incorporazione della società target nella società-veicolo. I finanziamenti bancari ottenuti sono poi rimborsati dalla società risultante dalla fusione con il cashflow generato dal business dell’originaria società-target.

Ma dove trovo le risorse per un family buyout?

L’operazione può essere finanziata da una banca, che richiede un’approfondita due diligence sulla società-target e struttura il finanziamento sulla base di termini e condizioni tipiche delle acquisizioni “a leva”. La scadenza del finanziamento è compresa generalmente tra i 5 e i 7 anni. Due parametri chiave da valutare per gli istituti di credito sono:

  • La capacità di sostenere, su base annuale, gli interessi dei finanziamenti (ISCR – Interest Service Cover Ratio);
  • La capacità di ripagare, sempre annualmente, la componente interessi e la tranche del finanziamento prevista (DSCR – Debt Service Cover Ratio).

Family buyout: il ruolo dei fondi di private equity

In alcuni casi, la componente di mezzi propri per la capitalizzazione dell’SPV può essere fornita, in parte, da investitori finanziari (in genere fondi di private equity).

Questo tipo d’intervento consente non solo la raccolta di risorse, ma anche una ridefinizione della compagine sociale, con l’ingresso di nuovi azionisti.

È chiaro che il coinvolgimento d’investitori finanziari comporta una serie di conseguenze a livello di gestione.Ci sarà maggiore attenzione verso temi come

  • Corporate governance;
  • “Monetizzazione” dell’investimento dell’investitore finanziario, avendo quest’ultimo un orizzonte temporale ben definito;
  • Struttura manageriale dell’azienda.

Quanto tempo ci vuole per un family buyout?

L’ implementazione di un family-buyout richiede mediamente 6/8 mesi, necessari per:

  • Effettuare la due diligence;
  • Negoziare con la banca e, eventualmente, l’investitore finanziario;
  • Costituire la società-veicolo e produrre la documentazione necessaria (contratto di finanziamento, delibere dei consigli di amministrazione della società-veicolo e della società target, progetto di fusione, eventuali patti parasociali).

È necessario disporre un quadro informativo dettagliato e completo per banche ed eventuali investitori finanziari per consentire loro di valutare i rischi e la capacità dell’impresa di fare fronte alle obbligazioni assunte.

L’esperienza insegna che gli imprenditori che intendono realizzare operazioni di questa natura debbono essere supportati da una squadra di professionisti multidisciplinari, con profonda conoscenza delle tecnicalità: un’assistenza variegata in grado di affrontare le diverse problematiche che possono emergere nel corso dell’esecuzione della transazione.

Se vuoi approfondire la tematica del family con l’aiuto di un professionista in grado di consigliarti e seguirti in tutte le fasi, PMI Tutoring può aiutarti a valutare le opzioni e a interagire con banche e investitori. Non esitare a contattarci!

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