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Industria 5.0: è arrivato davvero il momento?

30 Novembre 2022

Soprattutto umano-centrica, proiettata in avanti e positiva. È così che viene definita dagli esperti l’industria 5.0, la nuova fase della rivoluzione industriale. Ma è arrivato davvero il momento di parlarne?

Se la pandemia ha impattato positivamente sulla digitalizzazione dei processi delle PMI italiane, evidenziando la necessità di ripensare molte delle metodologie lavorative, la Commissione Europea sta già pensando ai principi di una quinta rivoluzione industriale.

Soprattutto umano-centrica, proiettata in avanti e positiva. È così che viene definita dagli esperti l’industria 5.0, la nuova fase della rivoluzione industriale. Ma è arrivato davvero il momento di parlarne?

5.0: di cosa si tratta

Il “policy brief” dettato dall’UE definisce e racconta le basi delle politiche da mettere in atto per supportare lo sviluppo in funzione dei tre assi principali su cui si sviluppa l’Industria 5.0: la human-centrality, la sostenibilità e la resilienza.

Con le aziende ancora indebolite dalla crisi e che si trovano ad operare in un contesto geopolitico incerto, parlare di Industria 5.0 può suscitare perplessità. Tuttavia, sembra proprio questo il momento migliore per analizzare la capacità del tessuto industriale europeo di far evolvere le proprie metodologie per essere più resiliente in caso di sconvolgimenti ambientali, sociali, economici e politici.

La ricerca e l’innovazione sono infatti al primo posto come motori per una transizione verso imprese europee sostenibili e per completare il paradigma esistente dell’Industria 4.0. Le aziende possono svolgere un ruolo attivo nel fornire soluzioni alle sfide per la società, inclusa la conservazione delle risorse, il cambiamento climatico e la stabilità sociale.

Tecnologia per imprese sempre più sostenibili

Ma qual è il vero obiettivo? Principalmente l’intento dell’Europa è quello di sensibilizzare e cercare di far uscire l’industria dai paradigmi derivanti dalla ricerca di una produttività spesso poco sostenibile.

Poiché l’industria costituisce il principale motore dell’economia europea, rappresentando il 20% del PIL dell’UE, il punto essenziale è riuscire a reagire prima che si trasformi in un colosso dai piedi d’argilla che non riuscirà a rimettersi in piedi in caso di un’altra crisi globale.

L’Industria 5.0 vuole fare i conti con le promesse della digitalizzazione avanzata, dei big data e dell’intelligenza artificiale, sottolineando il ruolo che queste tecnologie possono svolgere per affrontare nuove esigenze emergenti nel panorama industriale, sociale e ambientale.

Significa usare i dati e l’intelligenza artificiale per aumentare la flessibilità della produzione in tempi di rapido cambiamento e rendere le catene del valore più robuste; significa usare una tecnologia che si adatti al lavoratore, piuttosto che il contrario e significa usare la tecnologia al servizio di economia circolare e sostenibilità.

Unire la fiducia nell’investimento delle tecnologie 4.0 alla mentalità 5.0

Forse l’Industria 5.0 al momento sembra esistere solo sulla carta, radicata com’è nella sua struttura 4.0, che richiede già un’attenzione particolare alla sicurezza, ma va presa in considerazione ora più che mai se si vuole costruire una fiducia duratura. La cooperazione uomo-macchina richiede solide tecnologie di sicurezza, per prendere piede da un lato e assicurare l’incolumità dei lavoratori dall’altro.

Fornire alle imprese robotizzate, automatizzate, interconnesse e distribuite di un’autentica sicurezza IT, migliorerebbe la loro intelligenza digitale e le prospettive di successo del modello sociale auspicato dall’UE.

Continuare quindi ad investire nelle competenze, nelle capacità e nel benessere dei propri dipendenti non è una spesa superflua, ma un investimento che può portare alto rendimento e aumentare la produttività, la qualità e la sicurezza del lavoro.

Noi di PMI Tutoring rimaniamo al fianco delle imprese che vogliono arricchire e/o intraprendere il percorso di investimento alla luce di nuove sfide, mettendo a disposizione i nostri tutor per supportare l’accesso al credito e seguire passo dopo passo la preparazione della richiesta di finanziamento da presentare alle banche.

Contattaci!

Se la pandemia ha impattato positivamente sulla digitalizzazione dei processi delle PMI italiane, evidenziando la necessità di ripensare molte delle metodologie lavorative, la Commissione Europea sta già pensando ai principi di una quinta rivoluzione industriale.

Soprattutto umano-centrica, proiettata in avanti e positiva. È così che viene definita dagli esperti l’industria 5.0, la nuova fase della rivoluzione industriale. Ma è arrivato davvero il momento di parlarne?

5.0: di cosa si tratta

Il “policy brief” dettato dall’UE definisce e racconta le basi delle politiche da mettere in atto per supportare lo sviluppo in funzione dei tre assi principali su cui si sviluppa l’Industria 5.0: la human-centrality, la sostenibilità e la resilienza.

Con le aziende ancora indebolite dalla crisi e che si trovano ad operare in un contesto geopolitico incerto, parlare di Industria 5.0 può suscitare perplessità. Tuttavia, sembra proprio questo il momento migliore per analizzare la capacità del tessuto industriale europeo di far evolvere le proprie metodologie per essere più resiliente in caso di sconvolgimenti ambientali, sociali, economici e politici.

La ricerca e l’innovazione sono infatti al primo posto come motori per una transizione verso imprese europee sostenibili e per completare il paradigma esistente dell’Industria 4.0. Le aziende possono svolgere un ruolo attivo nel fornire soluzioni alle sfide per la società, inclusa la conservazione delle risorse, il cambiamento climatico e la stabilità sociale.

Tecnologia per imprese sempre più sostenibili

Ma qual è il vero obiettivo? Principalmente l’intento dell’Europa è quello di sensibilizzare e cercare di far uscire l’industria dai paradigmi derivanti dalla ricerca di una produttività spesso poco sostenibile.

Poiché l’industria costituisce il principale motore dell’economia europea, rappresentando il 20% del PIL dell’UE, il punto essenziale è riuscire a reagire prima che si trasformi in un colosso dai piedi d’argilla che non riuscirà a rimettersi in piedi in caso di un’altra crisi globale.

L’Industria 5.0 vuole fare i conti con le promesse della digitalizzazione avanzata, dei big data e dell’intelligenza artificiale, sottolineando il ruolo che queste tecnologie possono svolgere per affrontare nuove esigenze emergenti nel panorama industriale, sociale e ambientale.

Significa usare i dati e l’intelligenza artificiale per aumentare la flessibilità della produzione in tempi di rapido cambiamento e rendere le catene del valore più robuste; significa usare una tecnologia che si adatti al lavoratore, piuttosto che il contrario e significa usare la tecnologia al servizio di economia circolare e sostenibilità.

Unire la fiducia nell’investimento delle tecnologie 4.0 alla mentalità 5.0

Forse l’Industria 5.0 al momento sembra esistere solo sulla carta, radicata com’è nella sua struttura 4.0, che richiede già un’attenzione particolare alla sicurezza, ma va presa in considerazione ora più che mai se si vuole costruire una fiducia duratura. La cooperazione uomo-macchina richiede solide tecnologie di sicurezza, per prendere piede da un lato e assicurare l’incolumità dei lavoratori dall’altro.

Fornire alle imprese robotizzate, automatizzate, interconnesse e distribuite di un’autentica sicurezza IT, migliorerebbe la loro intelligenza digitale e le prospettive di successo del modello sociale auspicato dall’UE.

Continuare quindi ad investire nelle competenze, nelle capacità e nel benessere dei propri dipendenti non è una spesa superflua, ma un investimento che può portare alto rendimento e aumentare la produttività, la qualità e la sicurezza del lavoro.

Noi di PMI Tutoring rimaniamo al fianco delle imprese che vogliono arricchire e/o intraprendere il percorso di investimento alla luce di nuove sfide, mettendo a disposizione i nostri tutor per supportare l’accesso al credito e seguire passo dopo passo la preparazione della richiesta di finanziamento da presentare alle banche.

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